
Lo scorso 3 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legislativo che ha di fatto bloccato interamente le attività del settore delle energie rinnovabili e del fotovoltaico nello specifico. Come noto, al fine di incoraggiare l’uso e l’impianto di queste nuove fonti energetiche, si era prevista la possibilità di ottenere un incentivo economico che era stato definito con un Decreto Ministeriale (c.d. Terzo Conto Energia) nell’agosto 2010 e che regolava l’erogazione di tali somme per il triennio fino al 2013.
Orbene, tra le altre cose, con l’ultimo provvedimento il Governo ha inteso interrompere i finanziamenti al prossimo maggio, impegnandosi a ridefinire un nuovo incentivo entro giugno. L’improvviso cambio di rotta ha gettato nello sconcerto e nell’incertezza gli operatori del settore, che avevano pianificato le proprie attività su regole che sembravano certe e che invece sono state improvvisamente cambiate.
La decisione ha provocato immediatamente la sospensione delle attività industriali e creditizie e chi ne fa le spese è l‘ambiente, i lavoratori e le imprese coinvolte. Il settore, che è uno dei pochissimi che è riuscito a creare ricchezza e nuovi posti di lavoro negli ultimi anni, annaspa in una crisi che già si annuncia gravissima. Il fermo dei crediti dalle banche e la sospensione delle attività di finanziamento fa il paio con la fuga degli investitori esteri spaventati da un Paese che, ancora una volta, ha dimostrato di essere inaffidabile e incapace di pianificare una qualsiasi strategia.
In questa situazione, fa ancora più male sentire che il Governo persegue l’incredibile obiettivo del nucleare, che appare a tutti coloro dotati di buon senso irrealizzabile in un Paese come l’Italia: inoltre, il settore nucleare, oltre ai gravissimi problemi ambientali e ai rischi per la salute, non porterà certo ricchezza se non per i pochi soliti.
Al contrario, le energie rinnovabili e il fotovoltaico permettono una distribuzione della ricchezza, poiché tutti, oltre che gli investitori più grandi, possono accedere agli incentivi o utilizzare direttamente l’energia prodotta. Inoltre, questo mercato permette a migliaia di piccole imprese, tantissime sul nostro territorio, di trovare opportunità di lavoro e specializzazione, crescendo sia nelle competenze che nella ricchezza.
Si dirà che, comunque, le pale eoliche o i campi fotovoltaici potrebbero creare un impatto ambientale: ci sarebbe piaciuto che questo Governo si fosse confrontato sul tema con tutti gli operatori del settore invece di imporre una cura che, come spesso succede, si sta dimostrando di gran lunga peggiore della (supposta) malattia, tanto da provocare la morte del paziente.
Saverio Francesco Massari
Direttore Regionale Ass.Ecologisti Democratici
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"Gli incentivi, spiega il premier, «devono adeguarsi all’andamento degli altri Paesi europei. Il boom del settore fotovoltaico determina sulle bollette dei cittadini un aggravio che era necessario calmierare». Il governo rassicura tuttavia gli operatori del settore: «Il progetto di diversificazione delle fonti di energia corrisponde a impegni internazionali precisi e guarda al futuro» e quindi «coloro che hanno investito nella cosiddetta green economy, come anche chi lavora in questo settore, non devono nutrire timori ingiustificati. Entro poche settimane il governo stabilirà il nuovo quadro di incentivi che consentirà alle aziende del settore la programmazione di investimenti per un mercato maturo di lungo periodo in vista degli obbiettivi europei per il 2020».
La risposta di Berlusconi è diretta certamente agli operatori, ma anche a frange della maggioranza come Forza Sud, la formazione politica guidata da Gianfranco Miccichè, per il quale «le parole del presidente Berlusconi sugli incentivi alle energie rinnovabili inducono all’ottimismo», ma «noi - aggiunge - continueremo a sostenere le nostre ragioni, dettate dal buon senso e dalla necessità di difendere strenuamente il Sud e una delle sue più importanti fonti di occupazione. Adesso - sottolinea - il governo si confronti con tutte le parti interessate ed emani il miglior provvedimento possibile»."
(la stampa)
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Maroni, fai risparmiare all’Italia 400 milioni di euro
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